La prima soluzione sconta le difficoltà di reperire le adeguate coperture finanziarie, la seconda assomiglia, almeno guardandola dal centrodestra, alla resurrezione sotto mentite spoglie della vecchia IMU.
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I drammatici dati sulla disoccupazione, diffusi oggi dall’Istat (nel primo trimestre del 2012 il tasso di disoccupazione balza al 12,8%, mentre 41,9% quella giovanile), dimostrano come la crisi economica stia sollevando una vera e propria questione sociale che deve essere affrontata in modo deciso dal Governo Letta.
Il Presidente Napolitano, vero e proprio leader ombra dell’attuale esecutivo, sostiene come “la questione sociale che si esprime soprattutto nella dilagante disoccupazione giovanile, deve essere posta al centro dell’azione pubblica, che deve connotarsi per un impegno sempre più assiduo nella ricerca di soluzioni tempestive ed efficaci alle pressanti istanze dei cittadini. La fiducia potrà rinascere ed essere a sua volta volano di migliori risultati se le risposte saranno coerenti e mirate in uno sforzo continuo a riorientare l’utilizzo delle risorse pubbliche perché possa concretamente avviarsi una nuova fase di sviluppo e di coesione sociale”.
In questa prospettiva il Governo deve fare presto e bene, andando oltre alle proposte slogan finora annunciate.
Abolire l’Imu, prevedendo trasferimenti adeguati ai comuni, e scongiurare l’aumento dell’Iva sono provvedimenti fondamentali per ridare ossigeno alle famiglie italiane tuttavia non sono sufficienti.
Occorre infatti un piano industriale strutturale e politiche di sviluppo di lungo termine che diano una prospettiva alle aziende e la concreta speranza ai lavoratori di trovare un impiego.
Bisogna pensare alla crescita e al rilancio dell’economia di questo Paese, agli imprenditori e ai lavoratori strozzati dalla crisi.
Se ciò non avviene, la stessa coesione sociale risulta minacciata.