Il sindaco di Milano Pisapia, coerente con il suo credo politico è tornato nuovamente a negare il dramma vissuto dagli esodi istriani, giuliani e dalmati alla fine del secondo conflitto mondiale. In occasione della commemorazione del 10 Febbraio, Pisapia non ha mai nominato i crimini del comunismo, in perfetta linea col suo voto parlamentare contrario all’istituzione della «Giornata del Ricordo» del 2004.
Il sindaco Pisapia ha riproposto la sua visione ideologica dimenticando la terzietà del suo incarico, così ha utilizzato il suo ruolo di primo cittadino per patrocinare e finanziare la stampa della brossura (iscritta nel bilancio della Zona3) di 42 pagine vergate dall’Anpi per definire il dramma delle foibe prima «un episodio marginale della guerra, la risposta (sbagliata e irrazionale) alla persecuzione fascista». L’autore Enrico Wieser, già presidente dell’Anpi – sezione Ortica, non prova nemmeno a nascondere il suo intento pedagogico tinto di rosso: «Le foibe sono momenti tragici della recente storia dell’Italia post fascista. Politicamente questo argomento è stato usato per la battaglia anticomunista, per addossare al comunismo colpe che non ha avuto».
Per riscrivere il passato, Palazzo Marino si è affidato all’Anpi facendo infuriare gli esuli dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ha deciso di annullare la mostra prevista per celebrare il «Giorno del Ricordo» e nel primo anno di giunta Pisapia l’Associazione dei Partigiani si è ritrovata ad essere l’unico custode della memoria.
Quanto deciso dalla Giunta milanese è a mio avviso aberrante, si cerca di riscrivere la storia volendo nuovamente oscurare una pagina drammatica della nostra storia. Nel 2010 si è avuto il coraggio di inserire una traccia sulle “foibe” all’esame di maturità ed oggi Pisapia vuole tornare all’oscurantismo del passato.
Al Sindaco Pisapia vorrei ricordare che, a causa del la follia assassina del comunista Tito e dei suoi soldati, si compì la persecuzione di 350.000 nostri concittadini costretti a fuggire dalle terre istriane, giuliane e dalmate.
Facciamo vivere il ricordo di questo dramma, non infoibiamo la nostra storia, alla fine del mandato Pisapia mancano ancora quattro Giornate del Ricordo così speriamo torni a ricordare anche lui.
Tutti noi dobbiamo ricordare e non dimenticare, andiamo oltre le nostre ideologie, oltre le nostre appartenenze, celebriamo incondizionatamente ed unanimemente Giornata della Memoria e Giornata del Ricordo: le vittime non hanno un colore politico, sono tutti egualmente uomini a cui è stata spezzata la vita.