Dopo ogni tornata elettorale ogni lista ed ogni candidato hanno naturalmente vinto le elezioni ed ogni leader trova un trend positivo rispetto ad elezioni antiche di decenni. Al di là di ogni dichiarazione questa tornata elettorale ha evidenziato un forte calo della maggioranza di governo che neanche una vittoria nel ballottaggio milanese potrebbe risollevare. Un calo che colpisce in modo netto il PDL e necessariamente il Presidente Berlusconi, sconfitto nella sua cattedrale e tradito da quei leghisti che ogni giorno lo tengono sotto scacco anche al governo. Un giovane come me, pur essendo attento osservatore delle dinamiche politiche, non riesce a capire come si possa prendere un misero 9% nel comune di Milano ed un 31% a Gallarate, evidentemente qualcuno ha voluto mettere uno sgambetto alla Moratti e di conseguenza anche al governo. A questo punto auspico che, grazie ad un’analisi fredda del voto, il nostro Premier cambi rotta, tornando ad occuparsi del nostro Paese e lasciando in pace i giudici comunisti.
Provando ad analizzare il voto prescindendo dalla politica nazionale, devo ricordare come le amministrative siano fortemente legate alle logiche locali, ai campanilismi, ai personalismi. Il voto di preferenza spesso non è un vero strumento di democrazia bensì un mezzo di scambio e di (op)pressione tanto che, spesso, il cognome indicato corrisponde non tanto al più affidabile e al più competente quanto piuttosto al personaggio più sfrontato che riesce a tradurre in una logica clientelare il principio della responsabilizzazione dell’amministratore.
Nel comune di Lanciano i dati lampanti sono il buon successo della lista civica di Valente che, con il 13%, dimostra la volontà di cambiare e di andare oltre le normali logiche partitiche, il calo del PDL al di sotto del 20% con assessori uscenti premiati meno del previsto ed il forte risultato dell’UDC (circa 15%) che, concentrando le preferenze su Bomba e D’Amico, ha dimostrato di poter giocare un ruolo determinante nella politica lancianese. Il secondo turno stabilirà chi sarà il futuro primo cittadino ma intanto alcuni segnali di cambiamento sono arrivati e alcuni ras locali dovranno cambiar rotta se, in futuro, non vorranno perdere la loro poltrona.
Meno dispotismo e forte rinnovamento, questo è il messaggio di queste amministrative per il PDL. A mio avviso vi è necessità di cambiare, rinnovare, innovare altrimenti il declino odierno diverrà, a breve, tracollo. Se Berlusconi ha il potere economico per resistere a qualsiasi tsunami, tutto il resto della baracca affonderà, col fondoschiena ancorato alla poltrona.