
La Russia infatti sarà il terzo Paese Brics a compiere il sorpasso dopo la Cina nel 2000 ed il Brasile nel 2010.
L’Italia, che passa quindi al nono posto per PIL, resta nel G8 solo per consuetudine, si potrebbe dire, ma non più per dimensioni del fatturato e peso economico. Del resto, se si considera che il G8 tiene fuori potenze emergenti (e ormai anche emerse) come il Brasile o la Cina si comprende quanto arbitrari siano i suoi criteri.
Ma è la Russia la vera novità dell’ultimo rapporto del Fondo Monetario. Il Pil della Federazione supererà di 50 miliardi di dollari quello italiano già alla fine del 2013, toccando quota 2.068 miliardi, avvicinandosi al Brasile e ben sopra la Cina e l’India.
Del resto fino a non molto tempo fa il tasso di crescita economica dei Brics era assai superiore a quello dei Paesi del G7. Adesso è rallentato. Ma la Russia, primo esportatore di gas e secondo esportatore di petrolio dietro l’Arabia Saudita, non interrompe il suo ciclo positivo.
A far crescere le economie Brics saranno nei prossimi anni l’aumento dei consumi interni e l’incremento demografico, oltre all’aumento della ricchezza privata. Con qualche effetto non proprio positivo, però. A differenza di Paesi da tempo considerati potenze mondiali, quelli emergenti mostrano ancora elevate diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza e nel livello di istruzione (o semplicemente di alfabetizzazione) degli abitanti, oltre che nella percezione e diffusione della corruzione. Ciò nonostante Vladimir Putin può festeggiare il suo personalissimo successo.