il blog di Domenico Di Giacomo

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Contante libero o polizia monetaria?

Pubblicato da domenicodigiacomo in 30 ottobre 2013
Pubblicato in: attualità. Tag: alfano, banche, Contante, governo letta, moneta, saccomanni. Lascia un commento

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Contanti sì, contanti no. Non è il verso di una canzonetta sanremese, ma è l’ultimo terreno di scontro tra i ministri del Governo, da  un lato il titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni che propone di abbassare la soglia massima di mille euro per i pagamenti “cash”, dall’altro il vice premier Angelino Alfano che, via twitter, sostiene la necessità di “aumentare l’uso del contante e contrastare l’evasione consentendo, attraverso scontrini e fatture, di scaricare tutte le tasse”. Il modello buono, e da seguire, sarebbe quello americano dove tutto è “scaricabile”:

Saccomanni, ispirato più dalle regole ragionieristiche che non da quelle del mercato, appare totalmente scollegato dalla realtà. La ratio della sua idea poggia sulla convinzione che la lotta all’evasione debba essere attuata mediante un controllo di tutte le transazioni economiche, siano esse macro come quelle finanziarie e immobiliari siano esse micro come quelle commerciali.

Pensare di contrastare l’evasione utilizzando la moneta elettronica anche per i piccoli pagamenti è indubbiamente un pensiero fantasioso.

Occorre precisare che la moneta elettronica altro non è che il corrispettivo titolo di credito dei nostri depositi bancari, pertanto essa è essenzialmente funzionale all’ esigenza del sistema creditizio di garantirsi liquidità. Da questo punto di vista, la scelta di eliminare il contante appare dettata non solo dall’ utilità dello stato di contrastare l’evasione, ma anche dall’utilità delle banche.

Ma ha senso aiutare stato e banche e ridurre l’efficienza con cui la moneta trasporta il valore ossia l’utilità della moneta come mezzo di scambio?

Se il provvedimento venisse attuato, vi sarebbe il forte rischio che alcune transazioni non possano più concludersi o che si allunghino i tempi con cui esse vengono portate a termine, introducendo in tutti i settori dell’economia delle inefficienze.

Così, adottando un sistema centralizzato e dirigista come quello prospettato da Saccomani, ci allontaniamo dalla massimizzazione dell’ utilità degli agenti egemonici che dovrebbe essere la base dell’economia di mercato e che dovrebbe estrinsecarsi anche nella scelta dello strumento di pagamento ottimale.

Un Paese compiutamente liberale, come dovrebbe essere il nostro, non può accogliere favorevolmente le idee di Saccomanni, pertanto è necessario che tutte le forze liberali si impegnino a ribadire l’essenzialità di avere un circolante monetario. Se eliminassimo il contante ed ogni minimo pagamento, anche quello per un pacchetto di caramelle, dovesse essere effettuato con “carte”, allora daremmo il colpo mortale alla nostra economia.

Prima di far morire l’economia, forse è meglio chiedere la testa del Ministro ragioniere.

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Declino italiano: Fuori anche dal G8

Pubblicato da domenicodigiacomo in 29 ottobre 2013
Pubblicato in: attualità. Tag: Brasile, Brics, cina, G8, Italia, Putin, Russia. Lascia un commento
ImmagineSuperata dalla Russia per Prodotto Interno Lordo, L’Italia non sarà più uno dei Paesi del G8, gli otto Paesi più industrializzati ed economicamente rilevanti del mondo. Questo secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2014.
La Russia infatti sarà il terzo Paese Brics a compiere il sorpasso dopo la Cina nel 2000 ed il Brasile nel 2010.
L’Italia, che passa quindi al nono posto per PIL, resta nel G8 solo per consuetudine, si potrebbe dire, ma non più per dimensioni del fatturato e peso economico. Del resto, se si considera che il G8 tiene fuori potenze emergenti (e ormai anche emerse) come il Brasile o la Cina si comprende quanto arbitrari siano i suoi criteri.
Ma è la Russia la vera novità dell’ultimo rapporto del Fondo Monetario. Il Pil della Federazione supererà di 50 miliardi di dollari quello italiano già alla fine del 2013, toccando quota 2.068 miliardi, avvicinandosi al Brasile e ben sopra la Cina e l’India.
Del resto fino a non molto tempo fa il tasso di crescita economica dei Brics era assai superiore a quello dei Paesi del G7. Adesso è rallentato. Ma la Russia, primo esportatore di gas e secondo esportatore di petrolio dietro l’Arabia Saudita, non interrompe il suo ciclo positivo.
A far crescere le economie Brics saranno nei prossimi anni l’aumento dei consumi interni e l’incremento demografico, oltre all’aumento della ricchezza privata. Con qualche effetto non proprio positivo, però. A differenza di Paesi da tempo considerati potenze mondiali, quelli emergenti mostrano ancora elevate diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza e nel livello di istruzione (o semplicemente di alfabetizzazione) degli abitanti, oltre che nella percezione e diffusione della corruzione. Ciò nonostante Vladimir Putin può festeggiare il suo personalissimo successo.
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Ombrina – Dal TAR del Lazio assist alla MedOil

Pubblicato da domenicodigiacomo in 29 ottobre 2013
Pubblicato in: attualità. Tag: confindustria abruzzo, Costa dei Trabocchi, Fossacesia, MedOil, Ombrina, Orlando, San Vito Chietino, TAR Lazio, Torino di sangro. Lascia un commento

ImmagineLa seconda sezione del TAR del Lazio non ha accolto la richiesta di sospensiva dell’efficacia del provvedimento del Ministero dell’Ambiente del 9 luglio 2013 con il quale veniva negata l’autorizzazione a perforare a largo della costa abruzzese ed ha fissato l’udienza di discussione del merito il prossimo 9 gennaio.

Ma questo non è, come potrebbe apparire in un primo momento, un punto a sfavore per la multinazionale che in questo modo guadagna tempo e tra meno di 3 mesi conoscerà la decisione definitiva.

Lo scorso luglio in seguito ad un fiume di polemiche e rivelazioni il Ministero aveva chiesto di avviare la procedura Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) prima del rilascio del decreto di Via (Valutazione d’Impatto Ambientale). Una decisione contro cui Medoilgas Italia ha proposto ricorso al Tar Lazio perché «contraddice la decisione precedentemente assunta» dal Ministero il 24 ottobre 2012 «senza che sia intervenuto alcun elemento nuovo – di carattere progettuale, normativo o riguardante il contesto ambientale – a giustificare tale decisione». Al ricorso della multinazionale si è associata anche Confindustria Abruzzo.

Il prossimo 9 Gennaio sarà discusso sia il ricorso di Medoilgas sia i contro ricorsi dei Comuni di Fossacesia, San Vito Chietino e Torino di Sangro che chiedono di rivedere l’intero impianto della procedura gravata, secondo le amministrazioni pubbliche, da gravi illegittimità.
Quattro giorni fa, intanto, il Ministero dello Sviluppo Economico non è comparso all’udienza mentre il Ministero dell’Ambiente ha sposato la tesi dei Comuni sulla necessità dell’Aia e la valutazione di impatto ambientale.

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Renzi show alla Leopolda… PD all’angolo?

Pubblicato da domenicodigiacomo in 28 ottobre 2013
Pubblicato in: politica. Tag: leopolda, pd, politica, primarie, renzi. Lascia un commento

L.elettorale: Renzi, Napolitano svolge il suo ruoloUno sfondo azzurro, senza simbolo né colore del PD, fa da cornice alla kermesse della Leopolda di Firenze dove va in scena il Renzi show.

Il Sindaco fiorentino, già rottamatore e segretario in pectore del PD, con il suo stile talmente esuberante da apparire persino narciso finisce per mettere all’angolo la tradizionale visione dei militanti democratici, quelli che quando esistevano davvero partiti e segretari si stringevano tutti intorno ad essi per esser più forti e che ora mal digeriscono il personalismo renziano di stile quasi berlusconiano.

La sicurezza ostentata da Renzi è dovuta anche alle primarie “anti-democratiche”, che non hanno alcun seno se non quello di raccogliere la cifra che tanti pagheranno per ratificare qualcosa di già deciso. Si sa già chi sarà il segretario mentre gli antagonisti saranno solo comparse che vedranno il loro sacrificio ripagato con qualche incarico pesante.

La candidatura renziana, mettendo alla porta nomi, storia e colori democratici, trasforma il partito in  un’ entità astratta, un’entità fatta da centinaia di migliaia di attivisti iscritti che hanno l’unica funzione di essere catechizzati da chi ha l’ambizione di guidarli.

Renzi infatti si atteggia a nuovo messia, salvatore di partito e Patria dall’avanzata a 5 Stelle. Guardando la questione sotto quest’ottica si potrebbe pensare come, visto il momento sfavorevole ai partiti sotto la mannaia di Grillo, la scelta è stata studiata a tavolino. Renzi è comunque rimasto coerente con sé stesso, ha sempre considerato il partito quasi come un residuo del secolo scorso tanto che non ha mai partecipato in modo attivo a riunioni, assemblee, ecc,

Occorre comunque fare uno sforzo, dimenticare lo one man show della Leopolda e aspettare l’8 dicembre, oramai manca poco più di un mese… Renzi sarà il segretario in via ufficiale e sarà da lì che vedremmo i contenuti, i programmi vedremmo cosa cambierà nel PD e nel paese.

Tornerà il simpatico Renzi essere un compagno garante e burocrate dell’apparato democratico o continuerà ad adottare uno stile berlusconiano?

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Un “ombrello” al Pibe de Oro

Pubblicato da domenicodigiacomo in 25 ottobre 2013
Pubblicato in: attualità. Tag: brunetta, che tempo che fa, equitalia, fassina, fazio, fisco, maradona, ombrello, rai. 1 Commento

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Con il pallone tra i piedi è stato forse il più grande di tutti i tempi: estro, classe, talento sul campo ma anche irriverenza, non curanza e spregiudicatezza nella vita di tutti i giorni. Già famoso per la mano de Dios, Diego Armando Maradona adesso lo sarà anche per il gesto dell’ombrello fatto in prima serata TV a Che tempo che fa, gesto rinominato “l’ombrello de Dios” e indirizzato al Fisco Italiano.

Il gestaccio del Pibe de Oro ha dato modo anche ai poco irreprensibili parlamentari di diventare moralizzatori. Stefano Fassina, vice ministro dell’Economia e vero e proprio mattatore mediatico, già fautore  dell’esistenza di un’evasione fiscale ‘di sopravvivenza’, si è scagliato con fermezza contro l’argentino poiché può e deve saldare il conto con il Fisco. Un conto indubbiamente salato, infatti i Funzionari di Equitalia hanno notificato nei giorni scorsi a Maradona un avviso di mora da oltre 39 milioni di euro.

In vero stile larghe intese, anche sul fronte del centro destra il polemico Brunetta non esita ad intervenire attaccando l’ex campione e lo stesso Fazio: “Ho depositato un’interrogazione alla commissione di Vigilanza Rai sull’episodio che ha elevato Maradona a testimonial dell’evasione fiscale.”

Tutti contro Maradona insomma… E il povero Maradona che dice?

Si è giustificato così: “Non voleva essere un gesto offensivo, ma solo satirico, in risposta all’ennesimo agguato tentato venerdì davanti a mia figlia, senza che mi fosse mostrata neanche l’autorizzazione del giudice”, ha detto prima della sua partenza da Milano per Dubai. Con gli emiri forse ci sarà più feeling, di certo meno pressione e polemiche. E tanti saluti a Equitalia.

Ma se Maradona ha la possibilità di prendere letteralmente il volo che ne è dei tanti Italiani vessati, a volte anche ingiustamente, da Equitalia? Paura, angoscia, disperazione spesso portano anche a vere e proprie tragedie come suicidi ed omicidi altro che siparietti televisivi.

Ed allora questa volta dobbiamo proprio manifestare il nostro sdegno e urlare VERGOGNA a Fazio che ha accolto con stupidi sorrisini il “gestaccio”, ad un ex talento ma anche ex tossico che si è rovinato da solo quando era quasi un Dios e soprattutto alla RAI che ci chiede di pagare il canone per spettacoli simili.

Ma cosa accadrebbe se i tanti morosi del canone RAI mandassero le cartelle di Equitalia al vecchio Maradona e al suo compare genovese? Nel frattempo facciamo loro un bel gesto dell’ombrello!

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Niente saldo IMU a Dicembre… grazie Spread!

Pubblicato da domenicodigiacomo in 24 ottobre 2013
Pubblicato in: economia. Tag: comuni, fassina, imu, pdl, saldo imu, spread, tasi. Lascia un commento
BORSA MILANO: CHIUDE SENZA CALCOLO FTSE MIBDa alcuni anni siamo tutti attenti al valore dello spread, l’indice che misura il differenziale tra titoli tedeschi ed italiani e ci permette di avere un giudizio oggettivo sullo stato della nostra economia.
Oggi il tasso è tornato a quota 230 punti, livello più basso dal 2011 e ciò permette un risparmio di ben 2,3 miliardi che diventano la copertura per il saldo IMU.
Si tratta di un risparmio sostanzialmente inatteso infatti al Tesoro erano stati messi in conto per quest’anno 90,6 miliardi di interessi sul debito pubblico, calcolati con uno spread intorno ai 300 punti. Il calo dell’indice libera da qui fino a fine anno circa 2 miliardi di spesa per interessi da dirottare a copertura di buona parte del saldo Imu. Il resto arriverà probabilmente da qualche taglio di spesa mirato o da ritocchi delle accise.
Così dopo la cancellazione della prima rata IMU, con tutta probabilità il prossimo 16 dicembre i contribuenti italiani non saranno chiamati a pagare nemmeno la seconda rata sulla prima casa. L’ipotesi confermata dalle dichiarazioni di Stefano Fassina, viceministro Pd all Economia da sempre schierato per il mantenimento dell’imposta, eviterebbe nuove tensioni nel PDL, diviso tra lealisti e governativi ma uniti nella difesa dell’abrogazione definitiva dell’imposta.Dimenticata l’IMU nel 2013 i problemi ricominceranno sulla TASI, imposta che provvederà a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni e sostituirà in pratica l’Imu. Senza detrazioni e franchigie, come per esempio quella di 200 euro sull’Imu, rischia di costare per le case popolari e quelle con rendite modeste, più della vecchia imposta. A meno che, e qui si scontreranno le due anime della strana maggioranza, non si decida di reintrodurre la franchigia (a 200 euro in tanti diventano esenti) ma costa troppo (2 miliardi). Oppure si scelga di elevare le aliquote oltre il tetto programmato al 2,5 per mille con la clausola  però che il maggior gettito finanzi detrazioni progressive in base al reddito Isee (‘indicatore della situazione economica equivalente).

La prima soluzione sconta le difficoltà di reperire le adeguate coperture finanziarie, la seconda assomiglia, almeno guardandola dal centrodestra, alla resurrezione sotto mentite spoglie della vecchia IMU.

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Non dimentichiamo la storia… I Ragazzi di Budapest

Pubblicato da domenicodigiacomo in 23 ottobre 2013
Pubblicato in: Senza categoria. Tag: 23 ottobre 1956, avanti ragazzi di budapest, budapest, rivoluzione ungherese, ungheria, urss. Lascia un commento

rivoluzione_unghereseIl 23 Ottobre 1956 ebbe inizio la Rivoluzione Ungherese contro il Regime Sovietico.

46.000 ungheresi rimasero uccisi negli scontri, 228 furono condannati al plotone d’esecuzione 75.000 vennero deportati in Russia, 8.000 dei quali non tornarono mai più a casa.

Questo il resoconto dei fatti celebrante “I Ragazzi di Budapest”:

23 ottobre 1956. A Budapest migliaia di manifestanti scendono in strada in segno di solidarietà con l’immensa protesta di operai e studenti Polacchi repressa col sangue un mese prima. Viene abbattuta la statua gigante di Stalin nel parco municipale.

Il numero uno del Partito Comunista, parla alla radio: insulta gli studenti e gli operai e respinge le loro richieste. Poi ordina alla polizia politica di sparare sulla folla ammassata davanti al palazzo della radio: muoiono in 12. I manifestanti si impadroniscono delle armi di decine di poliziotti che non oppongono resistenza. Nella notte i blindati della 92ma divisione dell’Armata Rossa entrano a Budapest. Il 25 ottobre, inizia la rivolta in altre dieci città, cinque radio clandestine trasmettono nel paese, vengono distribuiti giornali clandestini e sono costituiti alcuni consigli di fabbrica.

31 ottobre. I blindati si ritirano dalla capitale. Mosca invia finti negoziatori che, per guadagnare tempo, assicurano che l’Armata Rossa sta lasciando il paese. Invece dopo quattro giorni i carri armati sovietici entrano a Budapest, la gente si difende con armi leggere e bottiglie molotov. I combattimenti continuano fino al 9 dicembre. Il 12 dicembre, quando viene istituita la legge marziale, i lavoratori proclamano uno sciopero generale, che durerà fino al 13 gennaio, quando viene decisa la pena di morte contro tutti gli scioperanti.

Il 20 marzo, il primo ministro si reca a Mosca a rendere omaggio all’intervento sovietico. Il 27 aprile firmerà gli accordi di “stazionamento temporaneo” delle truppe sovietiche in Ungheria. vi resteranno ancora trentadue anni.

Ed ecco l’inno degli insorti, AVANTI RAGAZZI DI BUDAPEST

Avanti ragazzi di Buda
avanti ragazzi di Pest
studenti, braccianti, operai,
il sole non sorge più ad Est.

Abbiamo vegliato una notte
la notte dei cento e più mesi
sognando quei giorni d’ottobre,
quest’alba dei giovan’ungheresi.

Ricordo che avevi un moschetto
su portalo in piazza, ti aspetto,
nascosta tra i libri di scuola
anch’io porterò una pistola.

Sei giorni e sei notti di gloria
durò questa nostra vittoria
ma al settimo sono arrivati
i russi con i carri armati.

I carri ci schiaccian le ossa,
nessuno ci viene in aiuto
il mondo è rimasto a guardare
sull’orlo della fossa seduto.

Ragazza non dirlo a mia madre
non dirle che muoio stasera
ma dille che sto su in montagna
e che tornerò a primavera.

Compagni noi siam condannati,
sconfitta è la rivoluzione
fra poco saremo bendati
e messi davanti al plotone.

Compagno il plotone già avanza,
già cadono il primo e il secondo
finita è la nostra vacanza,
sepolto l’onore del mondo.

Compagno riponi il fucile
torneranno a cantare le fonti
quel giorno serrate le file
e noi torneremo dai monti.

Avanti ragazzi di Buda,
avanti ragazzi di Pest
studenti, braccianti e operai,
il sole non sorge più all’Est.

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